Vecchie e nuove dipendenze: videogiochi, internet e giochi d’azzardo

Con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie dell’elettronica e dell’informatica, si sono diffuse anche nuove forme di dipendenza non legate all’assunzione di droginternethe legali (alcol e tabacco) e illegali (sostanze stupefacenti), ma a comportamenti compulsivi, come giocare d’azzardo o utilizzare strumenti senza i quali l’esistenza sembra diventare priva di significato. 88 ragazzi su 100 riconoscono nelle tecnologie la prima causa alla base di comportamenti di abuso, non correlati a sostanze.

Le dipendenze da prodotti tecnologici condividono con quella da sostanze alcune caratteristiche:

      • dominanza: l’attività domina i pensieri e assume un valore primario tra tutti gli interessi
      • alterazioni dell’umore: nell’uso dello strumento si prova un aumento d’eccitazione o maggiore rilassatezza
      • tolleranza: bisogna aumentare il tempo di uso per avere l’effetto desiderato; sintomi d’astinenza: malessere psichico e/o fisico che si manifesta quando s’interrompe o si riduce l’utilizzo degli strumenti
      • conflitto: si creano tensioni e liti tra chi utilizza gli strumenti e le persone che sono vicine, ma la persona che ne fa uso è in conflitto anche con se stessa, a causa del comportamento dipendente
      • ricaduta: tendenza a ricominciare l’attività dopo averla interrotta

Effetti della dipendenza

E’ innegabile che i videogiochi rappresentino l’evoluzione tecnologica delle diverse forme di gioco e possono indurre effetti positivi: stimolano le abilità manuali e di percezione, la comprensione dei compiti da svolgere, abituano a gestire gli obiettivi, favoriscono l’allenamento alla gestione delle emozioni e lo sviluppo dell’abilità di prendere rapidamente delle decisioni. Alla luce di questi dati, non sono quindi genericamente da criminalizzare, ma dipende dall’uso che se ne fa. L’abuso, cioè la prolungata esposizione a un videogame, senza pause e completamente assorbiti dal gioco, può essere pericoloso.

I rischi sono rappresentati da:

  • sovrappeso: causato dalla sedentarietà
  • difficoltà scolastiche: dovute al poco tempo dedicato allo studio e alla scarsa concentrazione, perché distratti dal desiderio di giocare
  • isolamento e tendenza all’introversione: perché i videogiochi sostituiscono i rapporti personali e le relazione sociali

Da anni negli Stati Uniti la dipendenza da videogiochi è ormai considerata una patologia alla quale applicare una cura simile a quella per l’alcolismo e la tossicodipendenza. I sintomi più frequenti sono agitazione, tremore e ansia. In alcuni casi, come detto, i soggetti dipendenti non riescono a staccarsi dallo schermo, rinunciando persino ai pasti o assumendo droghe per aumentare le proprie prestazioni virtuali. Il rischio maggiore è rappresentato dalla perdita di contatto con la realtà, sostituita dal mondo virtuale. Sintomi come ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, non possono essere esclusivamente imputati all’utilizzo eccessivo di videogiochi ma l’uso eccessivo contribuisce a determinarne l’insorgenza. In alcuni casi si è potuto riscontrare anche deficit dell’attenzione e iperattività. Per poter parlare di dipendenza da videogiochi è necessario che l’indivuduo affetto da questo tipo di mania assuma uno o più dei seguenti comportamenti:

  • Il tempo trascorso a giocare ai videogiochi deve essere sempre maggiore
  • Aumento dell’ansia e disturbi del sonno
  • Il tempo prima dedicato ad altre attività (studio, lavoro, sport, vita sociale) viene notevolmente e costantemente diminuito

In conclusione si direbbe proprio che abusare di videogiochi ed Internet spenga sensibilmente le capacità di provare emozioni e di partecipare alle emozioni altrui (empatia), di condividere esperienze reali con amici reali (diminuita socializzazione), di muoversi e percepire il proprio corpo nello spazio, di apprendere e memorizzare, insomma di stare bene con se stessi e gli altri. Senza demonizzare i nuovi media, per carità, dobbiamo però fare in modo di ritrovare – ragazzini e adulti – il piacere di essere e di esserci, di occupare uno spazio vero (fisico ed emozionale).