Categoria: Consultazione

Consultazione e psicoterapia con l’adulto

Quando un adulto consulta uno psicologo la scelta è dettata da uno stato di soffernza che può essere scatenata da diversi eventi o cause: un insuccesso lavorativo, la fine di una relazione, uno stato di isolamento, sfiducia e disistima di sé. La necessità puo essere quella di superare un ostacolo momentaneo oppure quella più a lungo meditata legata ad un’esigenza sempre crescente di approfondire aspetti di sé e del prorio passato che si ritiene abbiano un peso nel determinare quella soffernza. Spesso ci si aspetta di uscire il prima possibile da uno stato di sofferenza e nel modo più indolore possibile ma la soffernza psicologica richiede un minimo di pazienza, tempo e ripetizione per essere affrontata . Non ci sono soluzioni magiche  ma insieme al terpaueta occorre attingere alle proprie capacità riflessive per trovare nuovi significati che spieghino quello stato di sofferenza a partire dal porsi alcune domande su di se:

  • Cosa mi fa stare male ?
  • Cosa mi impedisce di stare bene con me stesso e con gli altri?
  • Quando è iniziato il mio stato di sofferenza ?

Talvolta basta una fase di cosultazione per chiarirsi le idee  altre volte la paura di affrontare la soffernza legata a certi eventi e ricordi porta ad arretrare sotterrando i problemi. Spesso invece si sente l’esigenza di affrontare in modo più approfondito quella sofferenza. Per questo non si possono stabilire tempi e durata del percorso perché dipende dai nodi del proprio malessere e da quanto tempo siamo disposti a concederci per la cura della notra sofferenza. La tecnica della spicoterapia psicodinamica integrata con l’uso dell’emdr e molto utile e proficua per affrontare diverse tematiche.

Consultazione e psicoterapia con l’adolescente

L’adolescenza è una fase della vita in cui i dubbi su se stesso, gli interrogativi sulla propria identità, l’insoddisfazione verso il proprio corpo, le tensioni con  i genitori possono costituire dei momenti di transizione difficili.

In alcuni casi  questi aspetti assumono un peso eccessivo, provocando stati di sofferenza che si protraggono o che si estendono fino ad invadere la vita del ragazzo. E’ questo un periodo in cui si costruisce la propria personalità trovandosi ad un bivio tra la possibilità di sviluppare una struttura personale solida e il riuschio di amplificarsi di certe fragilità  e questa una fase in cui si prendono le distanze dai genitori secondo un processo di separazione e individuazione del proprio sé. L’adolescente ha bisogno che gli sia riconosciuta una sua indipendenza, deve prendere le distanze dai genitori per potersi differenziare da loro. L’ambivalenza dunque nel chiedere aiuto ad uno psicologo per superare le proprie crisi evolutive è particolarmente comporensibile in questa fase. Le tematiche su cui più frequetemente si lavora riguardano:

  • crisi rispetto alla propria identità ( chi sono? cosa provo? non mi riconosco)
  • crisi rispetto al proprio progetto di vita ( cosa voglio? stati di isolamento , traumi come incidenti, traumi sessuali, maltrattamenti, lutti )
  • disagio nelle relazioni con i coetanei (timidezza, rabbia,  difficolta a farsi degli amici)
  • sofferenze in campo amoroso (essere stati lasciati,  nessuno mi vuole, paura del sesso)
  • disagio rispetto al proprio corpo che cambia  o che non corrisponde al corpo ideale )
  • dubbi sulla propria identità sessuale (mi paicciono i ragazzi o le ragazze? ho paura di essere gay o di essere lesbica) 
  • tensioni con i genitori( non mi capsicono, mi trattano come un bambino, non sanno quello di cui ho bisogno, non mi lasciano i miei spazi, non mi lasciano crescere)
  • problemi a scuola  (non mi paice quello che faccio, non mi concentro, sembro stupido)
  • angosce e paure  (terrore di stare da solo, mi blocco, ho il terrore dei giudizi)
  • ossessioni ( non riesco a non pensare a certe cose , accendo e spengo la luce continuamente )
  • pensieri e gesti autodistruttivi (pensieri suicidari, atti autolesionistici, tenati suicidi, anoressia, comportamenti spericolati, abuso di alcol e droghe)
  • somatizzazioni (stati di malessere fisico, mal di testa, mal di pancia, dermatiti)
  • rabbia

Il figlio adolescente può chiedere da sé un cosulto o farlo i suoi genitori con il suo parere favorevole. Nel caso in cui invece l’adolescnte fosse contario possono essere anche solo i genitori a chiedere un cosulto per essere supportati nella relazione con il figlio.

Consultazione Partecipata secondo il metodo di Dina Vallino

A volte i genitori hanno delle teorie sul disturbo del figlio che non corrispondono realmente alla situazione che sta vivendo. Si creano dei fraintendimenti che spesso traggono origine dalle storie familiari dei genitori che vengono proiettate nel figlio, il quale si ritrova a diventare ricettacolo di vissuti non suoi.

Nella consultazione partecipata i genitori rivestono un ruolo chiave in quanto partecipano attivamente all’osservazione del bambino guidata dal terapeuta per poi riparlarne in una seduta separata. Hanno così l’occasione di vedere il bambino per quello che è.

Viene richiesto ai genitori e al bambino di giocare, disegnare insieme  e osservare quello che accade mentre gioca e disegna commentando ciò che fa. E’ necessaria una particolare iniziativa del terapeuta rivolta verso il bambino che renda possibile il loro giocare e osservare.

Si tratta per il terapeuta di far sentire al bambino che lui, che è giudicato in società “rotto” e che si sente “rotto” , è invece considerato dal terapeuta un bambino interessante  cui è rivolta tutta la sua attenzione e comprensione.

Il bambino che si sente capito e ascoltato  e interessante per il terapeuta lascia cadere la rimozione o altre difese e inizierà a disegnare o a giocare in modo più libero: rivelerà qualcosa di sé. Si risveglierà in lui la sua pulsione affettiva e di coseguenza anche nei genitori.. Così si riattiverà tra loro il legame affettivo andato in crisi e motivo dei sintomi.

Il bambino deve poter fare emergere la propria esperienza emotiva e non può farlo se questa non viene compresa dai genitori.

Punto centrale della consultazione è realizzare un contatto col bambino che renda visibile la sua esperienza emotiva per non rischiare che rimanga solo e venga travolto da pensieri ed emozioni irruenti e travolgenti.

Occore per questo prestare attenzione all’atmosfera emotiva che si crea nella stanza, sguardi, gesti movimenti, toni di voce, piccoli dettagli, sfumature che danno il senso di un caos a cui bisogna dare un nome rispondendo in modo delicato e creativo.

Il racconto e la storia inventata rappresentano uno strumento cardine che favorisce lo sviluppo di un “luogo immaginario” nel quale il bambino per sua natura è gia immerso, dove possono essere messi in scena ed elaborati i suoi vissuti.

Consultazione e psicoterapia con i bambini e sostegno alla coppia genitoriale

Nel caso di bambini da zero a due anni occorre lavorare sulla reazione tra il bambino e i suoi genitori ed in particolare con la madre. Il piccolo può comunicare il suo malessere attraverso canali non verbali come il pianto, lo sguardo e alcune azioni motorie. I genitori cercano di immedesimarsi con lui per interpretare i suoi bisogni ma nel farlo possono creare alcune inconsapevoli distorsioni o fraintendimenti. Si fa inevitabilmente i conti con l’immagine dei propri genitori  come si è andata costruendo dentro di sé e in piu occorre fare i conti con lo scarto tra il bambino immaginato e quello reale. Madre e piccolo possono trovare una buona sintonizzazione  cioè una certa intesa corporea ed emotiva oppure una depressione materna post partum,  un senso di estraneità verso il proprio figlio, una difficoltà a tollerare la dipendenza del proprio piccolo da sé questo possono determinare alcuni disturbi legati all’alimentazione, disturbi del sonno, pianti inarrestabili.

Alla lunga questo provoca nei genitori un senso di frustrazione, di sofferenza per la condizone del bvambino di insicurezzae di rabbia verso il piccolo. Gli interventi su bambini cosi piccoli sono il piu delle volte risolutivi proprio grazie all’estrema capacità trasformativa che il neonato ha.

Negli anni successivi della crescita si puo capire che qualcosa non va se le tappe evolutive presentano dei rallentamenti o dei blocchi. Il conivolgimento dei genitori è sempre necessario nel trattamento.

Ci possono essere aspetti di disagio naturali e fisologici durante la crescita per distinguere quello che è normale da quello che non lo è occorre osservare e sintonazzirsi con la sofferenza o le difficoltà che il bambino sta attraversando in quel momento specifico del suo percorso evolutivo affinche il disagio non si cristallizzi.

Problematiche

  • Situazioni di  blocco emotivo
  • disturni alimentari
  • difficoltà nella defecazione o minzione
  • disturbi del sonno
  • aggressivita
  • pronùblemi di attenzione concentraziuone
  • dsiturbio dle linguaggio
  • problemi di apprendimento
  • isoloamnetotimidezza spiccata
  • gelosia verso un fratellino o sorellina
  • separazione della coppia genitoriale
  • malattia o morte di un genitore

Il bambino si esprime non solo attraverso la parola ma anche tramite il gioco e il disegno, il racconto dove il bambino può esprimere liberamente le proprie angosce, i propri conflitti, il proprio modo di vedere il mondo, se stesso , i suoi familiari e i coetanei.

Le paure e le angosce con cui i bambini devono confrontarsi sono parte del suo percorso di crescita. La piu grande delle paure è q  uella di ritrovarsi da solo in un luogo sconosciuto e abbandonato ed è legata alla paura della perdita dei genitori. La fiaba è basata sul fatto che il protagonista deve affrontare pericoli e sconfiggere chi lo minaccia essendo solo con l’aiuto di qualcuno. Come genitori a volte abbiamo paura di parlare ai nostri figli dei lati tristi e dolorosi dell’esistenza. Pensiamo che non siano abbastanza grandi e che non possano capire. I bambini in realtà capiscono molto più di quello che immaginiamo. Occorre chiaramente trovare un linguaggio adeguato all’età  che hanno, alle loro specifiche caratteristiche e alla loro fase di vita.

Le fiabe possono essere un mdo attraverso il quale affrontare certe tematiche, paure e passaggi evolutivi. La fiaba per esempio affronta spesso il tema della perdita e della morte. I bambini, anche se hanno paura, vedono e rivedono contuamente alcune favole perche hanno bisogno di elaborare, di capire quello che sta succedendo nella loro vita. Hanno bisogno di fantasticare, immaginare  e in questo modo tarsformano le paure e trovano delle soluzioni che gli permettono di andare avanti con la loro vita. Un altro tema importante è quello dell’ambivalenza dei sentimenti.

Ci illudiamo che i nostri figli provino solo amore nei nostri confronti. In realtà hanno sentimenti ambivalenti verso di noi di amore e odio;  per questo la matrigna cattiva e l’orco malvagio rappresnetano quelle parti cattive che riconoscono essere presenti dentro i loro genitori. Questo gli da modo di capire che non sono i soli a provare questo genere di sentimenti. Se un bambino pensa di essere il solo a provare sentimenti negativi finirà in fatti per sentirsi un mostro orribile. Se i genitori sono spaventati dalle manifestazioni di aggressività di un figlio questo le deve trattenere dentro di se temendo di sentirsi un mostro se le prova e le esprime. Le fiabe sono uno spaccato delle paure dei bambini. Se un adulto fatica ad immedesimarsi con le angosce del piccolo questo accade perche a sua volta si è tenuto alla larga dalle sue parti infantili o nemmeno lui le ha mai potute esprimere. Leggere una fiaba per l’adulto diventa il modo per riavvicniarsi a quegli aspetti infantili dimenticati e a creare un terreno condiviso con il piccolo. Attraverso le soluzioni che il protagonista trova  rispetto alle difficoltà e agli ostacoli che incontra anche il bambino comincerà ad immaginare che anche le situazioni più avverse possono essere in qualche modo fronteggiate e sul piano emotivo potrà sentirsi spinto a trovare una personale soluzione alle sue paure. Leggere una fiaba ha un profondo valore  è un momento di intimità e condivisone . Il bambino ha così modo di esprimere i suoi timori. Le fiabe inoltre utilizzano un linguaggio che evoca immagini o ne facilita la creazione così che ogni volta che il bambino la ascolta costruisce un ulteriore pezzetto di elaborazione personale della propria storia.

Consultazione e psicoterapia con le coppie

Quando una coppia funziona favorisce lo sviluppo emotivo e la crescita personale di entrambi i partner. Quando questo benefico effetto viene perso la coppia agisce conmportamenti che generano soffernza reciproca  dove ognuno rischia di concentrarsi solo sulle colpe dell’altro attraverso litigi e discussioni che sovente ripetono lo stesso copione con la sensazione di un’incomprensione reciproca senza fine.

Nell’intervento sulla coppia si cerca di permettere una presa di consapevolezza delle dinamiche di coppia, delle modalità comunicative e delle aspettative inconsce depositate sull’altro.

La terapia mira a ristabilire, recuperare o generare risorse che permettono al legame di divenire fonte di benessere per i partner anziché causa di sofferenza. L’obiettivo non è necessariamente però quello di tenere unita la coppia a tutti i costi.

In alcuni casi si puo anche arrivare a decidere di separarsi.

Le problematiche di coppia possono riguardare il passaggio dall’innamoramento all’amore dove all’idillio iniziale si sovrappone la delusione a volte troppo elevata rispetto alle caratteristiche del partner che non piacciono e che sosvente sono anche tratti di uno o di entrambi i propri genitori ricercati incosciamente nel partner e vissuti con ambivalenza.

Il legame di coppia può limitare molto l’indipendenza con il senso di soffocamento che ne può derivare. L’arrivo di un figlio genera un cambiamento irreversibile nella coppia.

L’equilibrio della coppia viene scosso e uno nuovo se ne deve creare che si dovrà continamente modificare a seconda della fase specifica di crescita del figlio.dall’infanzia all’adolescenza, fase delicata del processo di crescita che rompe gli equilibri familiari e di coppia.

Quando i figli se ne vanno poi la coppia che per anni ha investito prevalentemente sul ruolo genitoriale deve ritrovare la propria identità di coppia sentimentale. A questo si aggiugono le problematiche sessuali che possono assumere significati, forme e coseguenze diverse da coppia a coppia; l’inefertilità con i problemi legati al senso di inadeguatezza della coppia, alla rottura dell’intimità , all’invasività dei trattaementi, al dolore e alla delusione per gli insuccessi;  la malattia grave di un partner che in modo particolare puo geneareun senso di disorientamento e  dei blocchi comunicativi dovuti  al timore di condividere le angosce di morte o legate all sofferenza fisica.