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Consultazione e psicoterapia con l’adulto

Quando un adulto consulta uno psicologo la scelta è dettata da uno stato di soffernza che può essere scatenata da diversi eventi o cause: un insuccesso lavorativo, la fine di una relazione, uno stato di isolamento, sfiducia e disistima di sé. La necessità puo essere quella di superare un ostacolo momentaneo oppure quella più a lungo meditata legata ad un’esigenza sempre crescente di approfondire aspetti di sé e del prorio passato che si ritiene abbiano un peso nel determinare quella soffernza. Spesso ci si aspetta di uscire il prima possibile da uno stato di sofferenza e nel modo più indolore possibile ma la soffernza psicologica richiede un minimo di pazienza, tempo e ripetizione per essere affrontata . Non ci sono soluzioni magiche  ma insieme al terpaueta occorre attingere alle proprie capacità riflessive per trovare nuovi significati che spieghino quello stato di sofferenza a partire dal porsi alcune domande su di se:

  • Cosa mi fa stare male ?
  • Cosa mi impedisce di stare bene con me stesso e con gli altri?
  • Quando è iniziato il mio stato di sofferenza ?

Talvolta basta una fase di cosultazione per chiarirsi le idee  altre volte la paura di affrontare la soffernza legata a certi eventi e ricordi porta ad arretrare sotterrando i problemi. Spesso invece si sente l’esigenza di affrontare in modo più approfondito quella sofferenza. Per questo non si possono stabilire tempi e durata del percorso perché dipende dai nodi del proprio malessere e da quanto tempo siamo disposti a concederci per la cura della notra sofferenza. La tecnica della spicoterapia psicodinamica integrata con l’uso dell’emdr e molto utile e proficua per affrontare diverse tematiche.

Disturbi Alimentari

Anoressia e bulimia sono due facce della stessa medaglia. EsprimonoDiturbialimentari attraverso il corpo e il rapporto con il cibo un problema rispetto alla dipendenza dalle figure parentali e dal modo in cui questo rapporto si è andato strutturando.

L’anoressia indica la realizzazione dell’ideale, cioè l’indipendenza dall’oggetto-cibo, mentre la bulimia indica il fallimento di questo ideale e il prevalere sulla scena del reale pulsionale che si manifesta con l’introduzione di grosse quantità di cibo e che conferma la dipendenza dall’oggetto. L’anoressica realizza una padronanza e un controllo rigorosi, la bulimica manifesta il fallimento di questo sistema di controllo. Quando l’anoressica rifiuta il cibo non fa altro che rifiutare ciò che proviene dall’altro allo scopo di conquistarsi un suo spazio in cui essere finalmente se stessa. La bulimica trova invece insostenibile sia il pieno, quello cioè che viene dall’altro, sia il vuoto, cioè la sua assenza.

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